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Innovazione istituzionale: riflessioni dal dossier sulla città metropolitana di Firenze

L’uscita del dossier voluto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri relativo alla città metropolitana di Firenze offre un momento di riflessione in merito alle nuovi possibili geografie amministrative successivamente alla Riforma Delrio L. 56/2014. Ci piace in particolare riportare dal dossier questa frase relativa alla legge “Si tratta di una legge che, per molti aspetti, è unica nel suo genere, per ispirazione e tecnica di redazione, offrendo una pluralità di soluzioni e interpretazione alle amministrazioni stesse, che diventano i soggetti responsabili delle scelte e, appunto, dei risultati perseguiti in base ad esse. Si creano, così, nuove occasioni di sviluppo del sistema locale, attraverso azioni di innovazione e differenziazione da perseguire in ragione delle diverse ambizioni di ogni territorio”.

In particolare il dossier risponde all’intento di costruire un sistema di indicatori che consenta di pervenire ad una possibile fotografia delle dinamiche socio-economiche reali da governare, cui sovrapporre le fotografie dell’attuale geografia amministrativa, per orientare i processi aggregativi.

Il sistema degli indicatori analizzato dal rapporto oltre che per la ex provincia di Firenze anche per le province limitrofe di Pistoia e Prato, comprende diverse dimensioni:

  • la dimensione fisica e urbana: comprende gli indicatori fasce altimetriche, superficie territoriale, popolazione, densità abitativa e consumo urbano di suolo;
  • la composizione del tessuto sociale: tasso di natalità e tasso di vecchiaia, indice del saldo migratorio, incidenza della popolazione straniera e il reddito medio per contribuente;
  • la dotazione infrastrutturale: rete stradale, rete ferroviaria, aeroporti, impianti e reti energetico ambientali, strutture e reti per la telefonia e la telematica, reti bancarie e ricreative, strutture per l’istruzione, strutture sanitarie, indice infrastrutturale generale, infrastrutture economiche, infrastrutture sociali, infrastrutture di trasporto, tasso di ricettività turistica.
  • gli ambiti di gestione dei servizi pubblici, con particolare riferimento a uffici scolastici, uffici giudiziari,centri per l’impiego, circoscrizioni turistiche, ambiti ottimali per il servizio di gestione integrata dei rifiuti, per la gestione del servizio idrico integrato, per il trasporto pubblico locale su gomma, per le risorse idriche
  • i sistemi locali del lavoro, la concentrazione dei posti di lavoro e i flussi di spostamenti residenza-lavoro.

Il rapporto definisce anche l’indicatore dell’intensità di integrazione territoriale come la somma dei valori normalizzati delle variabili relative a tre fattori:

  • fattore relazioni funzionali: variabili flussi pendolari casa-lavoro e casa-studio
  • fattore processi insediativi: variabili consumo di suolo e saldi migratori
  • fattore performance economica: variabili reddito imponibile medio e valore immobiliare.

Il rapporto utilizza infine gli indicatori altitudine del centro, consumo di suolo, densità abitativa, tasso di natalità, incidenza stranieri, indice saldo demografico, polarizzazione del lavoro, reddito imponibile medio per contribuente per individuare cinque gruppi di comuni con omogeneità territoriali funzionali.

Con riferimento allo sviluppo economico della città metropolitana di Firenze il documento evidenzia che estendendo all’area vasta la funzione di pianificazione strategica oggi frammentata tra le Province di Prato e di Pistoia e la Città Metropolitana di Firenze, potrebbe essere governata con maggiore consapevolezza l’insieme dei processi innovativi che anima un esteso reticolo di connessioni interne al distretto industriale della moda: applicando infatti su questo territorio la network view of development emerge che la crescita del distretto scaturisce da relazioni di prossimità tra diversi prodotti, contiguità tra specializzazioni industriali, diffusione di reti di imprese e interazione tra le conoscenze dei territori. In particolare in questo territorio i segmenti del tessile, dell’abbigliamento e della pelletteria e calzature, che si trovano sulla parte terminale della catena del valore del sistema moda, occupano la posizione periferica dello “spazio dei prodotti” rappresentato dall’immagine, mentre i settori della meccanica, della chimica e dell’elettronica/ottica, ovvero quelli necessari per la produzione dei beni capitali impiegati nel distretto della moda, si posizionano verso il centro della mappa, dove danno origine a connessioni con l’intero universo dei prodotti.

Firenze, Prato e Pistoia, insieme, formano un tessuto produttivo che eccelle nel sistema moda e estende la sua specializzazione produttiva al centro dello spazio dei prodotti, arrivando a radicarsi nei settori strategici per lo sviluppo di nuovi prodotti e per l’innovazione tecnologica, ma nessuno dei tre territori avrebbe da solo la stessa ricchezza di connessioni, quindi naturalmente una programmazione unitaria ne consentirebbe un migliore governo.