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Il contributo del sistema produttivo culturale all'economia

Già nell'autunno 2014, Lubec ci dette l'occasione di parlare dell'effetto trainante della cultura rispetto agli altri settori produttivi. L'effetto moltiplicatore su cui ci soffermiamo quest'anno è stato stimato dal rapporto 2015 “Io sono cultura” di Unioncamere e Fondazione Symbola.
Il rapporto descrive il Sistema Produttivo Culturale come un sistema composto da cinque ambiti produttivi, individuati per codice Ateco delle imprese:
- performing arts e arti visive comprende le attività che per loro natura non si prestano a un modello di organizzazione di tipo industriale o perché hanno a che fare con beni non riproducibili o perché riguardano eventi dal vivo che possono essere fruiti soltanto attraverso una partecipazione diretta;
- la gestione del patrimonio storico-artistico comprende le attività di conservazione, fruizione e messa a valore del patrimonio storico e artistico;
- le industrie culturali sono collegate alla produzione di beni riproducibili, connessi alle principali attività artistiche a elevato contenuto creativo, in cui le imprese operano secondo logiche industriali;
- le industrie creative riguardano invece le attività del mondo dei servizi che traggono la propria linfa creativa dalla cultura e che contribuiscono a veicolare significati e valori nelle produzioni di beni e servizi;
- la produzione di beni e servizi creative “driven” comprende tutte le attività fortemente connotate da un driver creativo, costituiscono la componente più variabile del sistema.

Secondo il rapporto per 1 euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,7 in altri settori. In particolare tra i vari comparti quello con maggiore capacità di attivazione è il settore delle industrie creative, la cui capacità moltiplicativa, pari a 2,2 è in aumento rispetto al passato, seguito dal settore del patrimonio, che per 1 euro prodotto ne attiva 2, mentre le industrie culturali e le performing arts hanno un coefficiente di attivazione minore ma con una maggiore tendenza ad aumentare.
Sulla base di queste considerazioni alcune regioni italiane, tra le quali il Friuli Venezia Giulia, hanno inserito nella propria programmazione interventi specifici per l'industria culturale creativa, combinando questa tipologia di interventi con nuovi modelli di governance del patrimonio culturale e con nuove disposizioni normative a favore di beni e attività culturali. Altre, tenuto conto delle peculiarità del proprio sistema produttivo culturale, hanno adottato interventi mirati: la regione Basilicata, ad esempio, che da molti anni ormai è divenuta spesso set di molti film, ha adottato una legge per lo spettacolo, favorendo la formazione delle figure professionali legate al settore cinematografico.