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Gli interventi del Governo per rilanciare la crescita: il nuovo Decreto sviluppo n. 83 del 22.6.2012.

Il Governo approva un nuovo pacchetto contenente un ventaglio di misure urgenti e strutturali per attivare molteplici leve necessarie a stimolare il rafforzamento della competitività, la ripresa della domanda e lo stimolo al dinamismo imprenditoriale.
In totale le misure previste sono 11: dall’attrazione di capitali privati all’accelerazione e semplificazione delle procedure per recuperare il ritardo infrastrutturale accumulato, dal rilancio dei settori dell'edilizia e delle costruzioni al riordino e semplificazione degli strumenti di incentivazione alle imprese, non ultimo l’introduzione di nuovi strumenti di finanziamento e accesso al credito d’imposta per le assunzioni di alcune tipologie di personale.
Di seguito in sintesi i punti principali del provvedimento.
In primo piano le misure atte a favorire il lavoro che comprendono sia contributi in forma di credito di imposta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato, sia lo sviluppo di occupazione giovanile nella green economy.
Tante le misure adottate per le imprese: il Governo ha predisposto un'apposita sezione per il rilancio del settore delle costruzioni, in particolare tramite la presentazione di ulteriori semplificazioni in materia di autorizzazioni e pareri per l'esercizio dell'attività edilizia. In caso di intervento edilizio soggetto a Scia e Dia viene generalizzata la possibilità di sostituire atti e pareri formali con autocertificazioni di tecnici abilitati, in un'ottica di semplificazione amministrativa.
Numerose altresì le misure per sostenere la crescita delle imprese e per accelerare gli investimenti in infrastrutture. Tra gli strumenti diretti a facilitare il finanziamento delle infrastrutture si disciplina il ricorso a project bond che darà impulso al partenariato pubblico privato. Si prevede inoltre che per tutte le opere realizzate in partenariato pubblico-privato si applichi una defiscalizzazione totale e non più solo parziale, da applicare anche per la realizzazione di opere portuali.
Per rilanciare il project financing e concedere maggiori garanzie agli investitori, si introduce una disposizione volta ad assicurare la stabilità del progetto e dei relativi investimenti. Per quanto riguarda gli strumenti per accelerare opere e cantieri si prevede la riqualificazione delle aree urbane degradate e lo sviluppo di città come motore per il settore edile attraverso strumenti quali il Piano Sviluppo Città ed il Contratto di valorizzazione urbana. Questo ultimo in particolare andrà a regolamentare gli impegni dei vari soggetti pubblici e privati relativamente all'area da valorizzare, così da consentire l'avvio delle opere in tempi definiti.
Novità anche per l'autonomia finanziaria dei porti: le autorità potranno finanziare autonomamente l'infrastrutturazione attraverso le risorse provenienti dalle accise e dall'IVA riscossa sulle operazioni effettuate negli stessi porti.
Le misure adottate non finiscono qui: si accelera sull'agenda digitale italiana attraverso l'istituzione dell'Agenzia per l'Italia Digitale, si razionalizzano le agevolazioni, in particolare è previsto il riordino del fondo speciale rotativo sull'innovazione tecnologica (ex FIT), denominandolo “Fondo per la crescita sostenibile”: a disposizione circa 900 milioni di euro, in cui rientrano le misure per il salvataggio delle imprese (circa 30 milioni), i fondi per le aree depresse ed i contratti d'area. In pratica si prevede l'abrogazione di 43 norme di agevolazioni alle imprese gestite dal Mise, si rendono disponibili risorse attraverso il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI), istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti per un importo di circa 1,2 miliardi di euro. Si prevedono specifiche procedure di semplificazione e accelerazione degli aiuti alle imprese. In questa ultima sezione si fa esplicito riferimento alla volontà del Governo di riordinare la disciplina in materia di riconversione e riqualificazione produttiva di aree di crisi industriale complessa. In particolare l'azione è volta a concentrare l'intervento pubblico su poche grandi aree di rilevanza nazionale, superando l'attuale frammentazione degli interventi e delle risorse e circoscrivendo in modo puntuale il perimetro di intervento.
Le misure dedicate alle imprese sono ancora molte: dalle azioni a sostegno dei processi di internazionalizzazione e di creazione dei contratti di rete, alla tutela del “Made in Italy”, oltre al rafforzamento delle misure energetiche.
Infine alcune novità anche per le imprese del settore agricolo, in particolare per il comparto vitivinicolo, agro-energie, pesca ed acquacoltura. Vengono liberati quasi 20 milioni di euro non utilizzati relativi ai programmi precedenti, che potranno essere destinati a misure urgenti a sostegno del settore agricolo.
Le misure della crescita sono integrate dagli esiti della riunione del Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo degli stati membri che ha individuato un ulteriore pacchetto per incentivare la crescita e gli investimenti da parte delle imprese private. Si rimanda a questo proposito la lettura della news oggi specificatamente dedicata.